Da «re della pizza» a «re delle olive»
Da «re della pizza» a «re delle olive»
Non gli bastava essere il maggior produttore di pizza della Svizzera: Rocco Delli Colli, il fondatore di dieci, si presenta ora come il maggior produttore di olive biologiche d’Italia.
Il 62enne, patron del maggior fattorino di pizze a domicilio del Paese, ha aggiunto una nuova dimensione al suo «regno»: la maggior produzione di olio d’oliva biologico d’Italia. «Nella Maremma, in Toscana, ci saranno presto qualcosa come 500’000 ulivi su una superficie di 600 ettari circa. In futuro, essi non solo ci permetteranno di coprire il fabbisogno di olio d’oliva per le nostre aziende in Svizzera, ma anche di esportare il nostro pregiato olio d’oliva», aggiunge Delli Colli.
La biodiversità nella natura
«Olio Delli Colli». Un progetto dal nome altisonante. Eppure, dietro a questo nome si cela molto più di semplice sensazionalismo: un fondo finanziario fondato da Delli Colli e amici. Delli Colli afferma: «La natura sta alla base di qualsiasi olio d’oliva di pregio. E la sostenibilità e l’ecologia stanno alla base delle nostre azioni.»
E questo inizia già dalla biodiversità del progetto: accanto agli ulivi, sulla proprietà nascono altri 25’000 alberi da frutto e a foglia caduca piantati di recente, oltre ad arbusti, cespugli e spezie. Tutto ciò contribuisce alla diversità dell’azienda agricola, che copre il suo fabbisogno idrico quasi esclusivamente grazie al suo proprio bacino di accumulazione. Delli Colli, che ha trasferito la gestione operativa della nuova filiale al figlio Alessio, non vede nell’olio di oliva una fonte diretta di guadagno: «Il nostro obiettivo è piuttosto modificare l’approccio della produzione – anche a favore delle prossime generazioni.» E poi aggiunge una frase quasi da filosofo: «Siamo noi ad aver bisogno della natura! Non è la natura che ha bisogno di noi.» E aggiunge che non segnalerebbe mai i produttori che non seguono il suo stesso modus operandi. Allo stesso tempo, però, afferma - non senza pathos: «La mia essenza è biologica.»
Una carriera da lavapiatti
E così, il patron continua a scrivere una delle storie imprenditoriali più avvincenti della Svizzera: la nascita del suo imperio della pizza può interpretarsi come una carriera da lavapiatti, che Hollywood non potrebbe aver scritto in modo migliore. Il 3 novembre 1990 inaugura nella Kluggasse, nel centro storico di Rapperswil, il “Dieci Bar und Pizza” con dodici posti a sedere e un organico di cinque persone. L’offerta non era né nuova né rivoluzionaria, eppure «è esplosa come una bomba. La gente ci strappava letteralmente la pizza dalle mani.»
Oggi l’azienda, con un totale di 52 sedi e 800 collaboratori calcolati sulle posizioni a tempo pieno, è il maggior fattorino di pizza della Svizzera. Fanno inoltre parte del Gruppo cinque gelaterie, quattro ristoranti, una società di catering, un produttore di gelati e un negozio. Ogni anno vengono prodotti più di cinque milioni di pizze. Ma le cifre di dieci colpiscono ancora di più: l’azienda elabora ogni anno 600 tonnellate di mozzarella, 840 tonnellate di farina svizzera e 450 tonnellate di pelati. 540 auto dieci consegnano ogni giorno qualcosa come 15’000 pizze.
Sull’esempio del padre
Eppure, queste cifre non sono il suo maggior successo, dice il padre di due figli, sposato dall’età di 33 anni con Bettina, di Rapperswil: «Il mio principale obiettivo era che mio padre potesse lasciare il suo lavoro da stagionale per ritornare da mia madre. Così ho regalato loro trent’anni di vita insieme.» Suo padre è il suo principale modello di riferimento: «Ha lavorato tutta la vita. Non gli è mai piaciuto stare al centro dell’attenzione, eppure c’era sempre quando avevamo bisogno di lui.»
Ora, lo stesso Delli Colli è giunto a un punto della sua vita dove poco a poco deve cedere la gestione delle sue aziende alla prossima generazione. Ma al tempo stesso, con la coltivazione di ulivi biologici in Italia desidera restituire qualcosa all’umanità: «Utilizziamo esclusivamente concimi biologici», afferma – e aggiunge: «Per esempio, la pollina. Abbiamo acquistato pollina per 300’000 euro per concimare le piantagioni – mi auguro che qualcuno segua il nostro esempio.» Anche nel controllo dei parassiti, Delli Colli impiega prodotti naturali, ad esempio la polvere di caolino, che mantiene alla larga mosche e bruchi.
Ridurre la CO2 grazie agli ulivi
Non da ultimo, il progetto si propone di ridurre le emissioni di CO2: «L’ulivo è l’albero da frutto con il maggior potenziale di legame della CO2», spiega Delli Colli aggiungendo un calcolo: «Un ulivo assorbe 425 kg di CO2 in 20 anni.»
Delli Colli fa confluire questo pensiero nella sua azienda – condividendolo con il pubblico.
Sulla sua home page (oliodellicolli.ch/Dein-Baumkauf/) potete far vostra questa idea acquistando un albero – e in autunno vi consegneremo il vostro ulivo. O per usare le parole di Rocco Delli Colli: «È bello sapere che gli alimenti provengono da una produzione realmente sostenibile.»
Un fatto curioso: arte sotto il segno dell’ulivo
A partire da maggio, gran parte delle filiali dieci avranno un’atmosfera del tutto speciale grazie ad alcune foto della piantagione di ulivi biologici del fondatore di dieci Rocco Delli Colli.
Fateci caso alla vostra prossima visita...